Transizione 5.0, acconto del 20% entro 30 giorni

11 Luglio 2024

Una delle novità più rilevanti per la Transizione 5.0 riguarda l’obbligo per le imprese di ordinare i beni e pagare un acconto di almeno il 20% entro 30 giorni dalla prenotazione del credito d’imposta, pena la decadenza dal beneficio. La legge 67 del 23 maggio 2024 stabilisce che le spese sono ammissibili dal 1° gennaio di quest’anno e conferma il termine del 31 dicembre 2025 per completare l’investimento necessario per maturare il credito. Nelle bozze del decreto interministeriale sono stati inclusi nuovi certificatori, oltre a Ege ed Esco, per la certificazione della riduzione dei consumi.

Nuova Sabatini

Rimangono meno di 100 milioni di euro disponibili per le imprese. Questa agevolazione ha riscosso successo perché permette di coprire interamente l’investimento tramite finanziamento bancario o leasing, e offre un contributo a fondo perduto cumulabile con la 4.0 e forse anche con la 5.0, in attesa di chiarimenti dal decreto. Il finanziamento deve essere compreso tra 20mila e quattro milioni di euro, con una durata massima di cinque anni, e deve essere interamente destinato a investimenti ammissibili.

Zes unica

Domani scade il termine per presentare le richieste di credito d’imposta per le aree comprese nella Zes unica. Le imprese devono possedere un documento di regolarità contributiva valido che attesti l’adempimento degli obblighi legislativi e contrattuali.

Assonime, con la circolare 13 diffusa ieri, ha chiarito che gli investimenti sono ammissibili anche se realizzati in economia o tramite contratto di appalto, a condizione che siano destinati all’uso come strumenti di produzione. L’associazione ha inoltre precisato che, rispetto al credito d’imposta per il Mezzogiorno, l’Agenzia aveva indicato di fare riferimento alle voci B.II.2 e B.II.3 dell’attivo di Stato patrimoniale secondo l’Oic 1644. Per la Zes, i beni devono essere di uso durevole e adatti a essere impiegati come strumenti di produzione per soddisfare il requisito della “strumentalità” rispetto all’attività dell’impresa beneficiaria del credito d’imposta.

Contratti di sviluppo

Un decreto ha stanziato 1,7 miliardi di euro per sostenere la produzione di tecnologie a zero emissioni nette e rafforzare la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche. Le risorse saranno distribuite tramite i contratti di sviluppo.

I progetti ammissibili devono prevedere lo sviluppo industriale o la tutela ambientale, includendo investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. Gli investimenti possono riguardare la produzione di componenti chiave per batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, oltre al recupero di materie prime critiche come magnesio, litio, nichel, fosforo, tantalio, rame, grafite naturale e arsenico.

Fondi Pnrr

A giugno, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha lanciato due bandi per le imprese che investono nella produzione di energia da fonti rinnovabili e biometano, finanziati con risorse del Pnrr. La partecipazione avverrà tramite Gse.

Il primo bando offre incentivi per la produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale, mentre il secondo riguarda registri e aste per lo sviluppo dell’agrivoltaico. Entrambi prevedono tariffe incentivanti per la vendita di energia o biogas e un contributo in conto capitale fino al 40% delle spese per la realizzazione degli impianti.

FONTE: Il Sole 24ORE

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