Piano 5.0, il bonus per il fotovoltaico può arrivare al 63%

29 Settembre 2024

Crediti d’imposta. In arrivo il Registro Enea con le tecnologie ammesse alla maggiorazione. Primi dati sui progetti: per ora solo 70 milioni

Transizione 5.0 e Crediti d’Imposta per Ricerca e Sviluppo

Le nuove normative per accedere ai principali incentivi fiscali per la politica industriale, come la Transizione 5.0 e i crediti d’imposta per ricerca e sviluppo, stanno costringendo le imprese a cercare chiarimenti e consigli dai consulenti. Rilevanti aggiornamenti sono stati presentati in un recente convegno organizzato da Assosoftware e Deloitte.

Un aspetto centrale del piano riguarda gli investimenti in impianti per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Nell’arco di due settimane, l’agenzia Enea pubblicherà il Registro delle tecnologie per il fotovoltaico, suddiviso in tre sezioni. Questo registro includerà i prodotti ad alta efficienza di modulo o cella, rigorosamente fabbricati in Europa, idonei per i superincentivi del piano Transizione 5.0. Per gli impianti che utilizzano queste tecnologie, il credito d’imposta potrà raggiungere fino al 63%. Nel frattempo, le imprese interessate possono utilizzare un’attestazione rilasciata dal produttore, ma questo passaggio si sta rivelando più complesso del previsto. Pertanto, il Registro è considerato cruciale per accedere ai crediti d’imposta maggiorati. Gli investimenti in impianti con moduli fotovoltaici ad alta efficienza contribuiranno a formare la base di calcolo del credito d’imposta, che potrà ammontare al 120% o al 140% del costo del prodotto, a seconda del tipo. Nel primo caso, il credito d’imposta massimo potrà arrivare al 54% (cioè il 120% dell’aliquota massima prevista dal piano, fissata al 45% per progetti sotto i 2,5 milioni, collocati nella fascia più alta degli obiettivi di efficienza energetica). Nel secondo caso, si potrà arrivare al 63% (il 140% del 45%). I prodotti superincentivati includono i moduli fotovoltaici con celle che raggiungono un’efficienza di almeno il 23,5%, e i moduli composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio con un’efficienza di almeno il 24%. Tutti questi prodotti devono essere realizzati in uno Stato membro dell’UE.

Nel frattempo, i primi dati sullo stato generale della Transizione 5.0 mostrano un tiraggio limitato, con progetti formalizzati per circa 70 milioni. Questo importo è ancora esiguo rispetto al budget complessivo di 6,3 miliardi del PNRR, ma i tecnici del ministero e le organizzazioni imprenditoriali considerano questa partenza fisiologica, dato che il lancio è avvenuto in pieno agosto, rallentando la preparazione dei progetti che richiedono la collaborazione di consulenti e la trasmissione di numerosi documenti. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, dovrà monitorare attentamente l’andamento della spesa, poiché l’accordo con Bruxelles richiede la rendicontazione di tutti i 6,3 miliardi entro metà 2026. In effetti, anche una spesa non effettuata può comportare il mancato finanziamento. Per questo motivo, tra pochi giorni, sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) sarà disponibile un contatore che fornirà aggiornamenti costanti sull’assorbimento delle risorse, per rendere trasparente il progresso verso l’obiettivo finale.

Crediti d’Imposta per Ricerca e Sviluppo

Su un altro fronte, riguardo ai crediti d’imposta per ricerca e sviluppo, i primi dati raccolti dal ministero indicano un buon livello di adesione delle imprese alla certificazione degli investimenti, utile per prevenire contestazioni future da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. La piattaforma, che è stata attivata a luglio dopo un lungo ritardo, riporta 2.061 progetti, di cui 988 già in fase di certificazione, 539 inviati e 534 in bozza. Oltre la metà dei progetti riguarda investimenti in R&S per il periodo 2015-2019, che è stato oggetto delle maggiori contestazioni, mentre 646 appartengono al periodo post-2020, 181 riguardano spese in innovazione tecnologica e 22 si riferiscono a spese per il design.

FONTE: Il Sole 24ORE

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